Scontri in Colombia, sale a 47mila il numero di profughi in fuga
Crisi umanitaria causata dai guerriglieri dell'Eln nel Catatumbo
Oltre 47mila persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case in Colombia a causa dell'offensiva lanciata la scorsa settimana dai guerriglieri dell'Esercito di liberazione nazionale (Eln) contro i dissidenti delle disciolte Forze armate rivoluzionarie di Colombia (Farc) nella regione di Catatumbo. Lo riferisce su X il ministero della Difesa colombiano aggiornando il tragico bilancio di quello che viene già considerato il peggior esodo di profughi dal 1997. La Difesa informa inoltre di portare avanti "numerose operazioni militari per permettere un rapido ritorno delle persone nelle loro case". Ai profughi - secondo l'ufficio del difensore pubblico - si aggiungono le oltre 23mila persone confinate nelle proprie abitazioni a causa degli scontri nell'area rurale tra i dipartimenti di Norte de Santander (nord-est) e Cesar (nord) al confine con il Venezuela. Il governo ha già decretato lo stato di emergenza per "agitazione interna" nella regione per poter garantire risorse straordinarie che "consentano alle autorità di ripristinare l'ordine pubblico". Sul fronte del conflitto, mentre i militanti dell'Eln hanno annunciato di continuare la "guerra di liberazione" portata avanti contro gli ex Farc, il leader dei dissidenti del 'Fronte 33', Javier Alfonso Velosa Garcia, ha inviato una lettera al presidente Gustavo Petro annunciando di non voler combattere contro i guerriglieri e chiedendo un cessate il fuoco con il governo per avviare un negoziato di pace.
V.Tedeschi--LDdC