Alcuni farmaci contro l'emicrania potrebbero curare endometriosi
Non solo il dolore ma anche le lesioni tipiche della malattia
I farmaci antiemicrania potrebbero rivelarsi utili contro il dolore dell'endometriosi, una condizione di sofferenza caratterizzata da crescita di tessuto endometriale in sedi diverse dall'utero. Lo suggerisce una ricerca pubblicata su Science Translational Medicine, che rivela un importante meccanismo molecolare alla base della sensazione di dolore causata dall'endometriosi, e che contribuisce ad aggravare la malattia. Farmaci che inibiscono questo percorso molecolare sono già utilizzati per il trattamento dell'emicrania e nei primi testi su animali, i risultati suggeriscono che queste terapie potrebbero essere utili anche per trattare l'endometriosi. La ricerca è stata svolta da Michael Rogers, del Boston Children's Hospital in Massachusetts, che inizialmente aveva scoperto come spegnendo i nervi sensoriali del dolore in topi con una condizione simile all'endometriosi non solo si riduce il dolore, come valutato attraverso il comportamento degli animali, ma ha anche la dimensione delle lesioni contenenti cellule endometriali. "Questo ha suggerito fortemente che i nervi sensibili al dolore non si limitavano a percepire il dolore, ma stavano facendo qualcosa per aiutare le lesioni a crescere", afferma Victor Fattori, co-autore dello studio e farmacologo presso il Boston Children's Hospital. Il team ha quindi deciso di verificare se una proteina chiamata CGRP, che facilita la comunicazione tra il sistema nervoso e un tipo di cellule immunitarie, i macrofagi, potesse avere un ruolo anche nell'endometriosi. Diversi farmaci che bloccano il CGRP sono già stati approvati dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense per altre condizioni, e i ricercatori hanno somministrato quattro di questi farmaci a topi con una condizione simile all'endometriosi. Anche in questo caso, hanno osservato una riduzione del dolore. Due dei farmaci hanno ridotto significativamente la dimensione delle lesioni, e potrebbe essere che dosi più alte degli altri due medicinali avrebbero avuto lo stesso effetto, afferma Rogers.
M.Vecchiarelli--LDdC