Colpa medica, pronta riforma per evitare le cause infondate
D'Ippolito: 'necessario tutelare paziente e serenità del medico'
Due soli articoli per porre un freno al business delle denunce temerarie contro i medici e garantire al personale sanitario serenità nel lavoro, senza tuttavia esentarlo dalle proprie responsabilità. È l'obiettivo della riforma della colpa medica messa a punto da un'apposita commissione nominata dal ministro della Giustizia lo scorso marzo e che oggi ha prodotto il testo finale presentato all'Ordine dei Medici di Milano. "La Commissione per lo studio e l'approfondimento delle problematiche relative alla colpa professionale medica oggi presenta ufficialmente la proposta di riforma che dovrà poi affrontare l'iter parlamentare", spiega il suo presidente, Adelchi d'Ippolito. "L'obiettivo non è certo l'impunità, ma quello di individuare un perfetto punto di equilibrio tra la piena tutela del paziente e la serenità del medico, perché un professionista sereno è di interesse della collettività". La proposta mira a limitare il campo della responsabilità penale soltanto per la colpa grave. "Questo avviene con l'introduzione di un ulteriore articolo, il 590 septies, che ne indica i parametri. Dunque, non vi sarà una depenalizzazione dell'atto medico, non solo perché incostituzionale (violerebbe l'articolo 3 della Costituzione che prevede l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge), ma perché non era l'obiettivo della riforma", conclude d'Ippolito. Tra le altre cose, la riforma alleggerisce il peso da attribuire all'aderenza alle linee guida, rendendole meno dogmatiche; ipotizza l'estensione del cosiddetto scudo penale anche situazioni non emergenziali; attribuisce un onere della prova più esteso a carico di chi agisce in giudizio. Ogni anno si contano 35 mila azioni legali contro sanitari, il 97% (nell'ambito penale) si risolve con il proscioglimento. Si stima che i procedimenti costino allo Stato 10 miliardi.
A.Famiglietti--LDdC