Un indice aiuta a prevedere l'esordio dell'Alzheimer
Anche del declino cognitivo lieve
Sviluppato uno strumento predittivo per determinare l'età in cui un individuo potrebbe sviluppare un lieve declino cognitivo o l'Alzheimer. Sviluppato dai ricercatori del Florey Institute of Neuroscience and Mental Health, in collaborazione con l'Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative, lo strumento ha dimostrato la capacità di prevedere l'insorgenza di lieve declino cognitivo entro 2,78 anni e della malattie di Alzheimer entro 1,48 anni. Lo strumento si chiama Florey Dementia Index (FDI) ed è descritto sulla rivista Jama Network Open. Il nuovo indice predice l'età di insorgenza del declino cognitivo lieve e dell'Alzheimer con un'elevata precisione, consentendo potenzialmente ai pazienti e ai medici di pianificare meglio l'assistenza e di dare priorità al trattamento precoce prima della presentazione dei sintomi classici. Il modello comprende l'età e i punteggi di alcuni test come Clinical Dementia Rating Sum of Boxes (CDR-SB), basandosi esclusivamente su metodi di raccolta dati non invasivi per bilanciare l'accuratezza predittiva con l'accessibilità. Lo studio ha utilizzato i dati di 3.694 partecipanti. Anche i dati di altri 93 partecipanti sono stati utilizzati in uno studio simulato per valutare l'applicabilità dell'indice. I risultati indicano che l'indice ha previsto con precisione l'insorgenza di declino lieve e Alzheimer. Quando nella valutazione sono stati inclusi altri aspetti della salute come ipertensione, disturbi neurologici, disturbi psichiatrici, l'indice ha mostrato prestazioni leggermente migliori rispetto alla versione generalizzata. L'insorgenza di declino cognitivo lieve è stata collegata a un valore soglia dell'indice di 79, mentre l'insorgenza di Alzheimer corrisponde a una soglia di 85. L'indice fornisce così ai medici uno strumento accessibile e a basso costo, che si basa su parametri non invasivi e ampiamente disponibili. In termini clinici, potrebbe consentire una pianificazione precoce delle opzioni terapeutiche o dare priorità ai pazienti per i trattamenti emergenti, come i farmaci anticorpi monoclonali modificanti la malattia.
C.Jacaruso--LDdC