La Domenica Del Corriere - Bambino Gesù, riparato senza bisturi il cuore di 5 pazienti

Bambino Gesù, riparato senza bisturi il cuore di 5 pazienti

Bambino Gesù, riparato senza bisturi il cuore di 5 pazienti

L'impianto di un nuovo stent evita l'intervento a cuore aperto

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Cinque pazienti affetti da una grave anomalia congenita del cuore, fra i 15 e i 40 anni, sono stati operati all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per l'impianto di uno stent innovativo in grado di correggere il difetto cardiaco senza ricorrere all'intervento a cuore aperto. Si tratta dei primi pazienti in Europa dopo l'ottenimento del marchio CE da parte del dispositivo. I cinque pazienti sono affetti da una cardiopatia congenita che colpisce la parte destra del cuore (la tetralogia di Fallot). Queste patologie compromettono spesso il funzionamento della valvola polmonare che regola il flusso sanguigno verso i polmoni. Il problema può essere risolto con il posizionamento di protesi valvolari. Fino a oggi, queste protesi venivano impiantate tramite un intervento chirurgico a cuore aperto, che aumenta l'impatto sul paziente, la durata del ricovero e i rischi. Il nuovo dispositivo consente di ovviare a questi problemi: è composto da uno stent metallico a forma di clessidra e da una valvola polmonare standard inserita all'interno dello stent. Può essere impiantato per via emodinamica, cioè passando attraverso i vasi sanguigni, e non deve essere sostituito nel tempo. Gli interventi, eseguiti, alla presenza di specialisti provenienti da centri europei di eccellenza come Dublino, Monaco e Varsavia, si sono rivelati un successo. "Questa procedura mininvasiva consente di evitare l'intervento chirurgico a cuore aperto in soggetti particolarmente fragili a causa della loro storia clinica, riducendo così i rischi e migliorandone la qualità della vita. I pazienti possono essere dimessi dopo appena 2-3 giorni", spiega il responsabile dell'unità di Cardiologia Interventistica del Bambino Gesù Gianfranco Butera. "Grazie a questo dispositivo, possiamo trattare in modo mininvasivo circa il 70-80 per cento di questi pazienti rispetto all'attuale 40%".

A.Mariani--LDdC