Ciprì contro tutti. E boccia il cinema italiano
Le stilettate del regista palermitano nel podcast Egoriferiti
"Lavorare con Maresco? Mai più", C'è ancora domani? "Un filmettino", Parthenope di Paolo Sorrentino "non mi è piaciuto e in Diamanti di Ferzan Ozpetek "ci stanno troppe donne..". Daniele Ciprì torna a scagliarsi contro il cinema italiano. Con un paio di eccepibili eccezioni: Vermiglio di Maria Del Pero, "lo promuovo, anche se non l'ho visto". E Salvo Ficarra in Zorro: "mi è piaciuto, ma io abolirei tutte le serie televisive". Sono le carezze e le stilettate che il regista palermitano, sceneggiatore e direttore della fotografia ha sparso nella puntata numero 62 di Egoriferiti, il podcast disponibile su YouTube e Spotify tutti i giovedì dalle 21, una conversazione tra un ospite e le sue due coscienze - rappresentate dal regista Giuseppe Cardinale e dal giornalista Vassily Sortino - alla ricerca del punto più sincero del proprio essere. E Ciprì, percorrendo la sua carriera, dalle tv locali a essere un punto di riferimento tecnico per il cinema italiano e umano per molti giovani che si avvicinano al mondo delle pellicole, non si è risparmiato in critiche anche verso il collega Franco Maresco, con cui ha condiviso anni di carriera. Anche per lui parole di miele: "Non potremmo lavorare mai più insieme. Troppe cose ci dividono ormai".
F.Aiello--LDdC