Con il Corsaro di Verdi il Petruzzelli spiega le vele
Ieri sera la prima della nuova stagione, maestosa l'orchestra
(di Vincenzo Chiumarulo) Con Il Corsaro di Giuseppe Verdi il teatro Petruzzelli ha letteralmente spiegato le vele della nuova stagione d'opera e di balletto che animerà il politeama di Bari nel 2025. Ieri sera la prima per la regia di Lamberto Puggelli ripresa da Grazia Pulvirenti. Il palcoscenico si è trasformato in una nave che il pubblico ha sospinto con ripetuti applausi facendosi travolgere dalla 'tinta verdiana' dell'opera che fu rappresentata per la prima volta al teatro Grande di Trieste nel 1848. Il romanticismo avventuroso dei corsari, tra cui il protagonista Corrado e la sua amata Medora; le battaglie con i soldati del pascià Seid e la passione della sua prediletta Gulnara che danza con le odalische, agitano il mare che è il protagonista di tutta l'opera. "Un fatto curioso - evidenzia il regista - se si pensa a Giuseppe Verdi, un uomo così padano, così terragno, eppure proprio lui ha saputo farci avvertire la presenza del mare come se questo elemento occupasse la sua mente". Il rosso e il nero sono i colori delle vele che fungono anche da sipario oltre il quale tutto il cast dà forma e voce alle musiche che a volte scandiscono i momenti più drammatici con un ritmo che sembra 'allegro', e che quasi richiama il carattere mediterraneo del "poemetto" di Byron da cui è tratto il libretto. Cime e funi diventano la rete di una trama che si sbroglia fino all'ultima scena in cui c'è solo un "palcoscenico nudo" sul quale il melodramma prende forma: Medora, convinta che il suo Corrado fosse morto, ingerisce del veleno. Ma proprio in quel momento il corsaro tornato a casa con Gulnara che si è innamorata di lui e lo ha liberato dal pascià. Corrado, però, vendendo Medora morire, capisce di aver perso ancora una volta il suo futuro e i suoi sogni, e si lancia in mare da una rupe. Più che mai in quest'opera è protagonista il coro del teatro Petruzzelli, con un'altra eccellente prova con il maestro Marco Medved. Mentre maestosa è l'orchestra del teatro diretta da Stefano Montanari. Le voci e la recitazione di Rame Lahaj (Corrado), Guanqun Yu (Medora), Vladimir Stoyanov (Seid) e Salome Jicia (Gulnara) strappano applausi a scena aperta. E perfino lo strepito delle spade diventa suono e tutto. E' come se tutto volesse smentire quel logo comune secondo cui fare opera significhi fare solo "belcanto", e confermare invece quello che sosteneva Verdi: "Non faccio musica ma teatro".
A.Dodaro--LDdC